Con l’avvento della Smart Tv, le case degli italiani, in particolare dei lombardi, sono sempre più tecnologiche e multiscreen. E la fotografia che emerge dal convegno " Smart Tv Revolution. L’impatto della trasformazione tecnologica sul sistema televisivo”, svoltosi stamane a Palazzo Pirelli, a Milano, promosso dal Corecom Lombardia con la collaborazione del CeRTA - Centro di Ricerca sulla Televisione e gli Audiovisivi - dell’Università Cattolica di Milano.
Come cambiano le abitudini di consumo digitale con l'avvento della Smart Tv? “Assistiamo a una vera e propria rivoluzione tecnologia, in particolare in Lombardia, regione protagonista di questo cambiamento” – ha sottolineato la Presidente del Corecom Lombardia, Marianna Sala -. “Dopo i difficili anni della Pandemia, l’Italia si scopre più tecnologica, grazie alla diffusione di devices e comportamenti di fruizione che stanno ridefinendo i contesti dell’offerta e del consumo mediali. La crescita delle Smart Tv, in particolare, contribuisce a fare emergere nuove modalità di accesso e visione dei contenuti audiovisivi nelle scelte di consumo degli italiani”.
“La Lombardia, con oltre il 70% di utenti in possesso di una Smart Tv, si conferma regione leader in questo processo di cambiamento. La Lombardia rappresenta infatti un laboratorio sperimentale da cui possiamo trarre riflessione per analizzare i possibili scenari futuri, a livello nazionale” - ha sottolineato Massimo Scaglioni, Direttore del CeRTA, Centro di Ricerca sulla Televisione e gli Audiovisivi dell’Università Cattolica di Milano.
Nel corso del convegno sono stati presentati i dati di una ricerca, commissionata dal Corecom Lombardia al CeRTA, dal titolo “Switch off 2021. Regione Lombardia come laboratorio di innovazione”.
“La Smart Tv rappresenta uno strumento di fruizione condivisa, a differenza di altri devices più individuali. In questo senso la televisione si conferma al centro di un uso condiviso ed elemento di aggregazione in famiglia. Potremmo dire che la smart Tv, nelle nostre case ipertecnologiche in cui in media si possiedono 5 dispositivi a famiglia, è il nuovo focolare domestico” – ha sottolineato la prof.ssa Anna Sfardini, Ricercatrice CeRTA, Centro di Ricerca sulla Televisione e gli Audiovisivi dell’Università Cattolica di Milano.
Di tutele a vantaggio di tutti, utenti tecnologici e non, ha parlato Laura Aria, Componente di AGCOM, Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, sottolineando come “AGCOM vuole tutelare tutte le fasce della popolazione, anche le persone che, per ragioni culturali o tecnologiche, mantengono una fruizione tradizionale del mezzo televisivo. In questo senso il telecomando è il termometro del pluralismo e, in quanto tale, deve rendere facilmente accessibile tutti gli ambienti, anche quelli non lineari”. Al convegno hanno inoltre partecipato: Andrea Imperiali, Presidente Auditel, che ha parlato di come sono cambiate le dotazioni tecnologiche nelle famiglie italiane negli ultimi 5 anni; Raffaele Pastore, Direttore Generale UPA, Utenti Pubblicità Associati, che ha illustrato la questione dal punto di vista degli investitori pubblicitari; Fabrizio Angelini, Amministratore Delegato di Sensemakers, che ha parlato di Consumi televisivi e consumi digitali, Maurizio Giunco, Presidente dell’Associazione TV locali di Confindustria Radio TV e Fabrizio Berrini per Aeranti Corallo, che hanno parlato delle nuove tecnologie dal punto di vista delle TV locali, “sottolineando quanto la Tv tradizionale non debba passare in secondo piano rispetto alle nuove piattaforme streaming”. In conclusione Claudia Perin, Vice Presidente del Corecom Lombardia, ha richiamato l’attenzione sulla necessità di una rete fra Istituzioni, Università, Organismi di autorità e di controllo “per lavorare insieme al fine di valutare rischi e opportunità delle nuove tecnologie”.
Al convegno era inoltre presente una nutrita delegazione di Presidenti Corecom, tra cui Sicilia, Campania e Veneto ed Emilia Romagna.
In allegato una sintesi della ricerca