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IMMAGINE POST TERZA LEZIONE

QUANTO CONTA UNA BUONA COMUNICAZIONE NELLO SPORT? UN DECALOGO CONTRO L’ODIO IN CAMPO E SUI SOCIAL

Si è svolta ieri sera la terza e ultima lezione destinata agli adulti dello sport (allenatori, dirigenti, genitori) a contrasto di cyberbullismo e discorsi di odio, organizzata nell’ambito delle iniziative di formazione previste dal Protocollo di Intesa siglato da Corecom Lombardia e LND della Lombardia lo scorso 3 ottobre. Alla lezione, dal titolo “Come comunicare dentro e fuori dal campo”, sono intervenuti Carlo Tavecchio, Presidente della Lega Nazionale Dilettanti della Lombardia, Marianna Sala, Presidente del Corecom Lombardia e Giovanni Ziccardi, Professore di Informatica giuridica dell’Università Statale Milano.

“Al giorno d'oggi è più importante come si comunica rispetto a cosa si dice” – ha sottolineato Carlo Tavecchio nei saluti introduttivi. “Il titolo stesso della lezione è molto chiaro e sottolinea quanto l’esempio e le buone pratiche da parte degli adulti siano fondamentali per la crescita educativa dei nostri giovani”.

Di comunicazione social, discorsi di odio e corretti comportamenti sul campo e nella vita ha parlato Marianna Sala. “La comunicazione ha un’importanza strategica, anche nello sport. I recenti mondiali in Qatar hanno dimostrato quanto anche solo un gesto può essere potente nel veicolare messaggi, non sempre positivi. Purtroppo assistiamo con sempre maggiore frequenza al ricorso all'hate speech, anche contro i giocatori: un rigore sbagliato può trasformare un giocatore nel bersaglio degli odiatori on line, con conseguenze devastanti sul suo benessere psico-fisico. Eppure – ha continuato Sala – lo sport dovrebbe essere motivo di gioia e condivisione e non uno strumento per fomentare disprezzo e volgarità”.

Ma chi è l’odiatore oggi? “Oggi l’odio è usato come valuta perché l’odio richiama attenzione. Chi odia lo fa semplicemente per attirare attenzione. A differenza che in passato, ogni argomento è utile per seminare odio, anche banale. - ha sottolineato Giovanni Ziccardi - “Per questo l’odio è molto difficile da controllare, perché tutti possiamo comunicare, con potenza e rapidità. Come si fa a controllare tutto questo? Se non possiamo controllare prima, possiamo farlo dopo e capire quali sono le sanzioni da applicare a comportamenti che seminano odio”.

Ci si può allora dare delle regole? "Per evitare di lasciarsi trasportare dalle emozioni e di cadere nella trappola di commenti fuori luogo, è importante darsi delle regole, sia che si gestisca il social ufficiale della squadra, sia che si gestisca il proprio social personale - conclude Marianna Sala - Per questo il Corecom Lombardia, in collaborazione con la Lega Nazionale Dilettanti, ha redatto un decalogo da seguire dentro e fuori dal campo. Voglio dire in conclusione ai ragazzi: ricordatevi che la gara è in campo, non in chat (#fairplay #hatespeech)".

È possibile rivedere il video della lezione cliccando qui